I primi decreti attuativi del JOBS ACT, adottati dal Consiglio dei Ministri del 24 dicembre 2014 e pubblicati in GU il 6_3_2015:

  • Contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti_GU_6_3_2015;
  • Nuova ASPI_GU_6_3_2015;

In Sintesi il decreto attuativo del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti:

  • licenziamenti economici :                                                                                                                                                                                                                                                                                 Tutele crescenti fino a 24 mesi                                                                                                                                                                                                                                                                              La legge Fornero, nel 2012, aveva modificato l’articolo 18 mantenendo il reintegro, nei licenziamenti economici, nel caso di manifesta insussistenza del fatto posto alla base dell’atto di recesso. Oggi, con la nuova normativa sul contratto a tutele crescenti, cancella anche questa previsione nei licenziamenti per motivi economici e organizzativi. E quindi, se tali licenziamenti sono illegittimi, scompare per sempre la tutela reale, che lascia il posto a un ristoro economico, certo e crescente con l’anzianità di servizio del lavoratore. Se non ricorrono gli estremi del licenziamento per giustificato motivo oggettivo (quindi le ragioni economiche) il giudice dichiara estinto il rapporto di lavoro alla data del licenziamento e condanna l’imprenditore al pagamento di una indennità non assoggettata a contribuzione previdenziale di importo pari a due mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto per ogni anno di servizio fino a un massimo di 24 mensilità.                                                                                                                                
  • licenziamenti disciplinari

    Reintegro solo se non sussiste il fatto materiale.

    La nuova normativa sul contratto a tutele crescenti prevede che rimane la tutela reale del reintegro solo quando sia "direttamente dimostrata in giudizio l’insussistenza del fatto materiale contestato al lavoratore".
    Oggi la legge Fornero, nei licenziamenti disciplinari, prevede la reintegra in due fattispecie: "Se è insussistente il fatto contestato; o se il medesimo fatto rientra tra le condotte punibili con una sanzione conservativa sulla base delle previsioni dei contratti collettivi di lavoro o dei codici disciplinari applicabili".
    Le modifiche operate agiscono quindi in due direzioni. Da un lato viene meno il riferimento alle tipizzazioni delle sanzioni contenute nei Ccnl . Dall’altro lato, si limita l’insussistenza del fatto al solo fatto materiale.

  • Licenziamenti collettivi: 

    Scatta l’indennizzo se si violano i criteri di scelta.

    Una delle novità della nuova disciplina, per i neo-assunti, sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti è l’estensione delle modifiche all’articolo 18 anche ai licenziamenti collettivi. Attualmente, in base alla legge 223, esistono due differenti regimi sanzionatori in caso di licenziamento illegittimo. Se si violano i criteri di scelta dei lavoratori da licenziare l’impresa è punita con la reintegrazione (più un risarcimento fino a 12 mesi). Per tutti gli altri casi di errori nella procedura è previsto il pagamento di un indennizzo.
    Il nuovo contratto a tutele crescenti, in caso di violazione delle procedure (articolo 4, comma 12, legge 223) o dei criteri di scelta (articolo 5, comma 1) si applica sempre il regime dell’indennizzo monetario (minimo 4, massimo 24 mensilità), che vale per gli individuali. Così facendo quindi ci saranno sanzioni monetarie (e non la reintegra) in caso di violazione delle procedure o dei criteri di scelta, quando a essere irregolarmente licenziati, nel quadro di una riduzione del personale, sono dipendenti assunti con il contratto a tutele crescenti. Mentre in caso di licenziamento collettivo intimato senza l’osservanza della forma scritta la sanzione resta quella della reintegra. 

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