Alcuni dei punti fondamentali del Patto per l’Innovazione del Lavoro Pubblico e la Coesione Sociale da poco firmato:

  • Una nuova stagione di Relazioni Sindacali dove i rinnovi contrattuali rappresentano un investimento politico e sociale che favorirà il rilancio dei consumi e un clima di fiducia e stabilità.
    Il primo impegno in vista dell’avvio della tornata contrattuale 2019‐2021 sarà la salvaguardia dell’elemento perequativo facendolo confluire definitivamente nella retribuzione fondamentale, cessando così di essere elemento distinto della retribuzione;
  • Il Governo, al fine di sviluppare la contrattazione integrativa, si è impegnato a individuare, previo confronto, le misure utili a valorizzare il ruolo della stessa, in particolare attraverso il
    superamento dei limiti di cui all’art. 23, comma 2, D. Lgs. 75/2017 che di fatto hanno bloccato la contrattazione decentrata. La contrattazione integrativa e le sue esperienze più efficaci
    dovranno garantire prossimità e dare valore alle specificità presenti nella complessità delle attività di lavoro e nelle eterogeneità delle pubbliche amministrazioni. Non servono tanto
    nuove leggi quanto la capacità di adattarsi a scenari estremamente mutevoli con flessibilità;
  • SmartWorking: si eviti una iper‐regolamentazione legislativa e vi sia spazio per la contrattazione di adattare alle singole esigenze queste nuove forme di lavoro. Bisognerà
    superare la gestione emergenziale con la definizione nei contratti collettivi nazionali di una disciplina che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, favorisca la produttività e concili le esigenze dei lavoratori con quelle organizzative delle PP.AA., consentendo, allo stesso tempo, il miglioramento dei servizi pubblici e dell’equilibrio fra vita professionale e vita
    privata. L’accordo richiama esplicitamente, tra gli altri, il diritto alla disconnessione, alla formazione specifica, alla protezione dei dati personali e alla pari applicazione di ogni istituto
    contrattuale previsto del rapporto di lavoro;
  • Percorsi di crescita e aggiornamento professionale: ogni pubblico dipendente dovrà essere titolare di un diritto/dovere soggettivo alla formazione e la contrattazione dovrà prevederne l’esigibilità. La formazione e la riqualificazione del personale assumeranno rango di investimento organizzativo necessario e variabile strategica non assimilabile a mera voce
    di costo nell’ambito delle politiche relative al lavoro pubblico;
  • L’impegno alla revisione dei sistemi di classificazione del personale per accompagnare la transizione tramite lo stanziamento di risorse aggiuntive nella legge di bilancio 2022;
  • Concorsi più veloci per immettere nuove generazioni di lavoratici e lavoratori;
  • L’implementazione di istituti welfare, prestazioni pubbliche, forme di previdenza complementare e sistemi di premialità estendendo le agevolazioni fiscali già previste per i settori privati.

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